top of page

Il Malocchio, Nietzsche e la Via verso l’Eudaimonia: Amore, Odio e Conoscenza di Sé

Introduzione: Il Malocchio come metafora della vulnerabilità umana

Il malocchio, da secoli radicato nel folklore mediterraneo e non solo, è molto più di una superstizione. È la rappresentazione simbolica di una realtà esistenziale profonda: la nostra vulnerabilità all’influenza degli altri, specialmente quando questa si manifesta sotto forma di desideri ostili e invidia.

Il malocchio esprime l’idea che uno sguardo malevolo possa avvelenare la vita di chi lo riceve. Ma in senso più ampio, questa credenza parla della complessità delle relazioni umane e del potere che le emozioni – positive o negative – esercitano su di noi.

Nietzsche e l’abisso: il rischio di diventare il mostro che combattiamo

Uno dei più potenti moniti filosofici a questo proposito viene da Friedrich Nietzsche, il quale, in Al di là del bene e del male (1886), scrive:

“Chi combatte con i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro.E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te.”(Friedrich Nietzsche, Al di là del bene e del male, Aforisma 146)

Significato profondo dell’aforisma

Nietzsche ci avverte del pericolo che l’odio e la lotta contro ciò che consideriamo malvagio ci trasformino, facendo di noi stessi una versione del “mostro” che combattiamo.

L’“abisso” rappresenta l’oscurità dentro e fuori di noi che, se osservata a lungo senza consapevolezza, può penetrare la nostra anima.

Esempio concreto

Pensiamo a chi è coinvolto in una disputa legale o personale accesa: l’energia della battaglia può logorare la persona, facendola perdere empatia, umanità, fino a indurirla in un’ombra emotiva.

Amore e Odio: due lati della stessa medaglia emozionale

Secondo la psicoanalisi e la filosofia, amore e odio sono sentimenti ambivalenti e spesso intrecciati. Entrambi ci legano intensamente all’altro e possono influenzarci profondamente.

“Amore e odio sono due poli dell’attaccamento: legano in modi diversi ma ugualmente potenti.”

L’influenza reciproca e il rischio di dipendenza

Quando amiamo o odiamo senza consapevolezza, rischiamo di perdere la nostra autonomia, diventando prigionieri del nostro stesso sentimento e dell’“oggetto” del nostro amore o del nostro rancore.

Eudaimonia: la buona riuscita del demone e la felicità autentica

L’antica filosofia greca ci dona il concetto di eudaimonia, ovvero la felicità autentica e il fiorire della nostra natura.

“La virtù è una disposizione che consiste nel trovare il giusto mezzo tra due vizi, l’eccesso e il difetto.”(Aristotele, Etica Nicomachea, Libro II)

Il demone come guida interiore

Nel mondo greco il daimon era considerato uno spirito guida personale. Conoscere il proprio demone significa conoscere sé stessi in profondità, con passioni, talenti e limiti.

La conoscenza di sé come difesa contro l’influenza distruttiva

Conoscere i propri limiti e il proprio “demone” è essenziale per non farsi modellare passivamente da emozioni distruttive o influenze esterne tossiche.

“Conosci te stesso” era l’iscrizione all’ingresso del tempio di Apollo a Delfi, un invito eterno alla consapevolezza.

 

La consulenza filosofica: un percorso di scoperta e cura

La consulenza filosofica aiuta a far emergere passioni, conflitti interiori e a definire confini salutari. Attraverso il dialogo e la riflessione critica, si sviluppa una maggiore consapevolezza e capacità di scegliere liberamente.

Un esempio di applicazione pratica

Una persona in conflitto con un ex datore di lavoro o con una situazione familiare difficile può, con la consulenza filosofica:

  • Analizzare le proprie emozioni e motivazioni

  • Individuare i propri “mostri” interiori

  • Definire i limiti personali e le azioni virtuose

  • Coltivare strumenti per mantenere umanità e libertà interiore

Conclusione: abitare il mondo con misura e consapevolezza

Il malocchio, Nietzsche, amore, odio ed eudaimonia non sono solo concetti, ma tappe di un cammino umano che ci invita a guardare dentro noi stessi con coraggio, ad accettare i limiti, e a coltivare la virtù.

Solo così possiamo vivere pienamente, proteggendoci dall’abisso senza perdere la nostra umanità.

“Sotto l’albero di fico” è uno spazio pensato per accompagnare in questo percorso di consapevolezza, offrendo ascolto, riflessione e cura.

ree

 
 
 

Commenti


bottom of page