Il riconoscimento come scena amorosa: Cavell, Shakespeare e la commedia del rimatrimonio
- sottolalberodifico
- 12 lug
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1. Riconoscere l’altro, rispondere a sé stessi
Nel pensiero di Stanley Cavell (1926–2018), filosofo americano erede di Wittgenstein e del trascendentalismo emersoniano, il tema del riconoscimento assume una centralità che oltrepassa i confini dell’ontologia e della teoria della conoscenza, per radicarsi nell’esperienza quotidiana, nella parola, nei gesti, nell’amore.Nel suo capolavoro The Claim of Reason (1979), Cavell esplora il modo in cui la nostra relazione con gli altri è segnata non tanto dall’ignoranza quanto dalla elusione: non è che non sappiamo chi è l’altro, è che ci ritraiamo dal vederlo davvero.
2. Otello: il tragico rifiuto del riconoscimento
In Disowning Knowledge in Seven Plays of Shakespeare (1987), Cavell interpreta Otello come paradigma del fallimento del riconoscimento. Otello è incapace di accettare Desdemona come essere libero e opaco, distinto dalla propria immagine idealizzata.Il suo amore, anziché essere apertura all’alterità, si trasforma in bisogno di controllo. Di fronte all’ambiguità della realtà — e all’ambivalenza affettiva che ogni amore porta con sé — Otello preferisce una certezza distruttiva: “She’s gone, I am abused, and my relief must be to loathe her”.Come nota Cavell:
“Otello non è roso dal dubbio, ma piuttosto rifiuta il diritto dell’altro a sfuggirgli” (Disowning Knowledge, p. 135).Il riconoscimento, in Shakespeare, è spesso mancato, eluso, o tragicamente distorto. Eppure è proprio da questi fallimenti che emerge, per Cavell, la posta in gioco etica del vivere con gli altri.
3. The Philadelphia Story: il “best case” del riconoscimento
In Pursuits of Happiness. The Hollywood Comedy of Remarriage (1981), Cavell rivendica alla commedia hollywoodiana degli anni Trenta e Quaranta — da Bringing Up Baby a Adam’s Rib — un valore filosofico inaspettato: quello di mostrare casi in cui il riconoscimento riesce.Queste commedie, che mettono in scena coppie divorziate che si rimettono insieme, non parlano di una seconda possibilità romantica, ma di una seconda possibilità ontologica: essere visti di nuovo, e finalmente accettati nella propria vulnerabilità.Nel caso di The Philadelphia Story, Tracy Lord deve attraversare un processo di disillusione e smascheramento: la donna perfetta, irraggiungibile, deve imparare a perdonare l’errore — proprio e altrui — e ad accettare l’incertezza relazionale. Solo così può riconciliarsi con l’ex marito, che non chiede una maschera, ma un essere umano.Cavell scrive:
“Il rimatrimonio non è un ritorno nostalgico, ma un rinnovamento del sé attraverso lo sguardo dell’altro” (Pursuits of Happiness, p. 28).
4. Riconoscere è rispondere: etica e alterità
Il riconoscimento, in Cavell, non è mai un processo unilaterale. Non posso riconoscere l’altro se non consento a essere riconosciuto.L’amore — nella sua forma più alta — è l’arena in cui questo doppio movimento si compie: uno spazio in cui io mi espongo all’altro senza garanzie, nella speranza che l’altro faccia altrettanto.In ciò, Cavell va oltre Hegel: il riconoscimento non è una dialettica di dominio e sottomissione, ma un gesto fragile, quotidiano, che può sempre fallire — e perciò tanto più umano.
5. Conclusione: il riconoscimento come stile di vita
Riconoscere non è solo un concetto teorico, ma un compito esistenziale.Otello ci mostra cosa accade quando rifiutiamo questo compito. Tracy Lord ci mostra come può avvenire una trasformazione, anche dolorosa, verso l’accettazione di sé e dell’altro.Cavell ci invita a vivere riconoscendo.E vivere riconoscendo significa — ogni giorno — accettare che l’altro possa sorprenderci, deluderci, sfuggirci.Ma anche che possa salvarci. In definitiva, Cavell ci chiede: siamo disposti a riconoscere l’altro nella sua opacità, o pretendiamo che sia trasparente, ovvero ridotto a ciò che già sappiamo di lui?
E ancora: siamo disposti a essere visti — a essere riconosciuti — oppure preferiamo nasconderci dietro una maschera? Riferimenti bibliografici: Cavell, S. (1981). Pursuits of Happiness: The Hollywood Comedy of Remarriage. Harvard University Press.
Cavell, S. (1987). Disowning Knowledge in Seven Plays of Shakespeare. Cambridge University Press.
Cavell, S. (1999). The Claim of Reason: Wittgenstein, Skepticism, Morality, and Tragedy. Oxford University Press.
Cavell, S. (1994). A Pitch of Philosophy: Autobiographical Exercises. Harvard University Press.



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